L'eterna giornata

Con religiosa fedeltà riportiamo un alato componimento del poeta guerriero Carlo Gulmini. Leggete e meditate.

L'eterna giornata

Col mento appoggiato alla sponda del letto
e davanti il muro, e davanti il muro
rifletto
sul passato che mi schiaccia, su come ero:
bambino sospeso fra sogni e speranze
e una fantasia infinita, ben oltre la vita.
La zanzara è ferma: un puntino scuro
sull'anta bianca dell'armadio.
Dorme; attende il momento propizio.
Col mento appoggiato alla sponda del letto
e non c'è futuro, e non c'è futuro
rifletto
sul presente che mi annulla, su come sono:
uomo sospeso fra sogni e speranze
e una fantasia infinita,
ma secca e inibita. La zanzara che prima
sembrava finta ha cambiato posizione.
Non ho la forza, nè la voglia di ucciderla.
Così va la mattina, e il pomeriggio assurdo
nel tedio immane delle ore lente.
La luce s'affioca; cala la sera
e un riflesso di fari dipinge il soffitto.
Col mento appoggiato alla sponda del letto
e davanti il buio, e davanti il buio
rifletto
su ciò che non comprendo, su ciò che non accetto;
il pensiero sospeso fra sogni e speranze
e un'attesa infinita, di stanchezza e fatica.
La zanzara ha ripreso a ronzare
invisibile intorno alla mia pelle:
tra poco colpirà, avrà vinto la sua battaglia.
Lunga è la notte, greve il silenzio.
E il tempo si è fermato, si è fermato.

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